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Giudicale

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Scritti giuridici e prime prove letterarie

In mancanza di una letteratura colta in lingua sarda le opere che circolavano nel periodo giudicale nell'isola dovevano essere quelle in latino, o toscano, o catalano. La Sardegna conobbe nel Medioevo una sua storia particolare, ricca di caratteri originali.

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I più antichi documenti in lingua sarda
Il Medioevo isolano ha lasciato una cospicua eredità di atti, documenti e codici giuridici scritti in sardo. La qualità e la quantità della produzione in volgare è tale da conferire alla Sardegna una posizione di assolut...
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I Condaghi
I Condaghi, elaborati fra l'XI e il XIII secolo, sono fra le prime testimonianze del volgare sardo. Si tratta di manoscritti su pergamena, con documenti relativi a donazioni e a patrimoni di chiese o comunità religiose....
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Letteratura religiosa
Gli studiosi hanno ricostruito con fatica il ruolo della letteratura religiosa nel medioevo sardo. L'assoluta penuria di fonti ha reso difficoltoso documentare scientificamente una produzione che doveva essere certamente...
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Sardo-ispanica
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Catalano giuridico e letterario
Con la conquista dell'isola da parte della Corona d'Aragona la Sardegna entra a far parte della compagine di regioni mediterranee nella quale il catalano è la lingua egemone.
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Il sardo lingua romanza

Il sardo è una lingua "romanza" o "neolatina", ossia un dominio linguistico che deriva dalla lingua parlata dagli antichi Romani. Allo stesso modo lo sono il portoghese, lo spagnolo, il catalano, l'occitanico, il franco-provenzale, il francese, l'italiano, il ladino, il friulano, il corso, il dalmatico (oggi estinto) e il rumeno.Come scrive Giovanni Lupinu nella sua "Storia della lingua sarda", "adottando una metafora frequente negli studi glottologici ispirata alla parentela umana, queste possono essere definite 'lingue sorelle' in quanto riconducibili a una comune 'lingua madre'.In termini più ampi, ciò significa in sostanza che nel lungo processo di formazione della lingua isolana, che dura fino ai nostri giorni, la conquista romana dell'isola nel 238 a.C. e la conseguente massiccia diffusione del latino nel territorio che parlava paleosardo e punico rappresentano certamente l'episodio centrale e più importante, destinato a disegnare in profondità lo scheletro della lingua che comincerà a manifestarsi documentariamente dopo il 1000 d.C.".Secondo quanto riferisce Max Leopold Wagner, la conservatività della lingua sarda rispetto al latino è un dato acquisito: "Il sardo, come ci si presenta nei documenti antichi e come tuttora suona nelle regioni centrali e soprattutto nel Bittese e nel Nuorese, si può considerare, anche foneticamente, il continuatore più schietto del latino".Una definizione che ha fatto la fortuna della lingua sarda tra tutti gli studiosi e appassionati di filologia.

Leer todo Leer todo Il sardo è una lingua "romanza" o "neolatina", ossia un dominio linguistico che deriva dalla lingua parlata dagli antichi Romani. Allo stesso modo lo sono il portoghese, lo spagnolo, il catalano, l'occitanico, il franco-provenzale, il francese, l'italiano, il ladino, il friulano, il corso, il dalmatico (oggi estinto) e il rumeno.Come scrive Giovanni Lupinu nella sua "Storia della lingua sarda", "adottando una metafora frequente negli studi glottologici ispirata alla parentela umana, queste possono essere definite 'lingue sorelle' in quanto riconducibili a una comune 'lingua madre'.In termini più ampi, ciò significa in sostanza che nel lungo processo di formazione della lingua isolana, che dura fino ai nostri giorni, la conquista romana dell'isola nel 238 a.C. e la conseguente massiccia diffusione del latino nel territorio che parlava paleosardo e punico rappresentano certamente l'episodio centrale e più importante, destinato a disegnare in profondità lo scheletro della lingua che comincerà a manifestarsi documentariamente dopo il 1000 d.C.".Secondo quanto riferisce Max Leopold Wagner, la conservatività della lingua sarda rispetto al latino è un dato acquisito: "Il sardo, come ci si presenta nei documenti antichi e come tuttora suona nelle regioni centrali e soprattutto nel Bittese e nel Nuorese, si può considerare, anche foneticamente, il continuatore più schietto del latino".Una definizione che ha fatto la fortuna della lingua sarda tra tutti gli studiosi e appassionati di filologia.

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