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Regione Sardegna

cripta

ambito romano

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Categoria

Titolo

cripta

Descrizione

Cripta ubicata al di sotto della Chiesa di Sant’Efisio, nel quartiere storico di Stampace, conosciuta con il nome di “carcere di Sant’Efisio” o “cripta di Sant’Efisio”. L’attuale accesso alla cripta del Santo, scavata interamente nel banco roccioso naturale, avviene mediante una ripida scalinata, ricavata anch’essa nella viva roccia, che immette in un ambiente a pianta quadrangolare con sviluppo irregolare. Al centro dell’ambiente si trovano due pilastri, a sezione quadrata, risparmiati nella roccia a sostegno del soffitto piano. Lungo la parete ovest, pressappoco in posizione centrale, si trova un pozzetto sovrastato da una piccola nicchia: a questo si collega una canaletta, scavata direttamente nella viva roccia, che in origine doveva forse ospitare una conduttura fittile. A sud si trova un lucernario, a sezione quadrangolare, obliterato dalle mura della chiesa soprastante. Sulla parete est, addossato ad una controparete di laterizi allettati con abbondante malta bastarda, si trova un altare in marmo decorato con azulejos secenteschi di produzione valenzana. Il muro si addossa ad un abside, ricavata direttamente nella roccia, su cui, in sede di analisi autoptica, si è rilevato un rivestimento intonacale con tracce di pittura rossa. A sud dell’altare, protetto da un cancello in ferro, si trova una colonna in marmo grigio presso cui il Santo sarebbe stato flagellato. Tra le due strutture, durante la ricerca secentesca de “los cuerpos santos”, si rinvenne una tomba a fossa i cui resti vennero attribuiti al martire Edizio. Tale attribuzione fu confermata dal rinvenimento, pochi anni dopo, di una lastra in marmo di piccole dimensioni con iscrizione “B.M. EDITIUS”, ossia Bonae Memoriae Editius”. Presso la parete nord si aprono nel soffitto due aperture: un pozzo a canna quadrata, attribuito all’età romana, ed un cunicolo di accesso alla cripta di cui residuano alcuni gradini: intercettati entrambi nei secoli XVII-XVIII secolo a seguito di lavori di ampliamento dell’ipogeo, attestano la presenza, da una parte, di infrastrutture idriche e, dall’altra, di un accesso secondario alla grotta. I bancali che si trovano addossati alla parete nord ed ovest apparterrebbero a quest’ultima fase di ampliamento. Per ciò che concerne la sua primitiva destinazione, è probabile che si tratti di una cava di calcare punico-romana con coltivazione “a pilastri abbandonati con soli pilastri”. Il suo ri-utilizzo come cisterna potrebbe essere confermato dal rinvenimento di lembi d’intonaco di rivestimento in funzione impermeabilizzante rinvenuti sulla volta e sulle pareti in sede di sopralluogo. I materiali emersi nel corso degli scavi del 1926 forniscono come momento d’uso della cripta una forbice cronologica di I-IV sec. d.C. Stato di conservazione: cattivo

Descrizione Fisica

unità di misura: m; altezza: 2.09; larghezza: 10.43; MISN=14.70

Detentore dei Diritti

proprietà Ente religioso cattolico

Diritti

Provvedimento di tutela: dlgs 42/2004, art. 10; estremi: 2009/01/08

ID

2000231061

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