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Oggetti che producono suoni

Gli strumenti musicali della tradizione (e la relativa musica) sono ancora oggi piuttosto presenti nella quotidianità di molte comunità sarde. Fino ad un recente passato non esisteva momento del ciclo dell'anno e del ciclo della vita che non fosse scandito dall'uso di uno strumento musicale.

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Classificazione degli strumenti
Tra i numerosi strumenti della tradizione musicale sarda si segnalano gli aerofoni (s'ossu 'e barracocco, s'ossu 'e pruna, sa chigula), gli idiofoni (su triangulu, s'affuente, sa trunfa), i membranofoni (su tumbarinu de...
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Le launeddas
Con il termine "launeddas" si definisce l'aerofono ad ancia semplice costituito da tre canne, strumento molto antico e tipico della Sardegna meridionale.
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Efisio Melis e Antonio Lara
La storia della documentazione sonora della launeddas parte da Efisio Melis e da Antonio Lara, esponenti della scuola del Sarrabus e considerati ancora oggi tra i massimi virtuosi dello strumento.
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L'organetto e la fisarmonica
L'organetto ("su sonette,organittu, organette") e la fisarmonica ("sonu, fisarmonica") appartengono alla famiglia degli aerofoni, strumenti nei quali il flusso d'aria è generato da un mantice che attiva delle ance in met...
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Oggetti che producono suoni

Gli strumenti musicali della tradizione (e la relativa musica) sono ancora oggi piuttosto presenti nella quotidianità di molte comunità sarde. Fino ad un recente passato non esisteva momento del ciclo dell'anno e del ciclo della vita che non fosse scandito dall'uso di uno strumento musicale.Nonostante le trasformazioni socio-economiche che l'isola ha attraversato negli ultimi cinquant'anni, in molti paesi è frequente trovarsi in situazioni, celebrazioni religiose, feste o sagre paesane, matrimoni, incontri tra amici, eccetera, nelle quale si ascoltano e si vivono le sonorità create dagli strumenti tradizionali.Conoscere gli strumenti studiando le tecniche costruttive, i materiali utilizzati, le occasioni d'uso, i repertori, i suonatori, la vitalità e la diffusione geografica, la terminologia locale e via dicendo, permette di esaminare a fondo il "fare musica" di una comunità e nel contempo di analizzare l'evoluzione del suo sistema economico-sociale e quindi di percepire le trasformazioni sullo sfondo dei cambiamenti culturali e dei modi di vivere.Ogni paese sardo possiede alcuni strumenti musicali (e relativi repertori e occasioni d'uso) che considera suoi propri, per quanto possano risultare simili a quelli di paesi vicini. Anche nel caso in cui si abbiano delle corrispondenze organologiche, vi saranno sempre delle peculiarità locali, relative, se non altro, alle definizioni linguistiche o ai termini tecnici associati all'uso. Ad esempio la raganella, insieme con "sa matracca", e "sas taulittas", è molto usata nella Settimana Santa: a seconda dei paesi viene chiamata "arranedda, 'urriaiola, furriadolza, furriolu, rana, reula, riu-rau, strocci arrana, tirriolu, tzaccarredda, tzirriaiolu", eccetera. Lo stesso per lo scacciapensieri "strumento ancora molto diffuso in tutta la Sardegna" i cui nomi variano da "trunfa, trumba, chitarredda a bucca, sona sona, tzampurra, biurdana, ribelvia", e così via.Molti strumenti sono scomparsi nei contesti della musica tradizionale ma vengono usati in spettacoli folcloristici oppure hanno trovato nuovo spazio in altri generi musicali (come ad esempio il jazz, la world music).Ascoltare musiche strumentali è del tutto normale durante le feste patronali, le feste campestri e i Carnevale di numerosi centri della Sardegna. Occasioni privilegiate sono le grandi sagre regionali che prevedono il raduno di gruppi folk, quali la sagra di Sant'Efisio a Cagliari (1 maggio), La Cavalcata Sarda di Sassari (penultima domenica di maggio), la sagra del Redentore di Nuoro (penultima domenica di agosto), la sagra degli Agrumi di Muravera (metà aprile).Importanti raccolte di strumenti musicali sardi sono a Nuoro, presso il Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde e a Tadasuni, presso il museo privato "don Giovanni Dore". Alcuni strumenti isolani sono altresì conservati presso la Discoteca di Stato di Roma. Consulta la scheda del Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde di NuoroConsulta la scheda del Museo Don Giovanni Dore di TadasuniVisita il sito della Discoteca di Stato di RomaBibliografiaG. Dore, Gli strumenti della musica popolare della Sardegna, Cagliari, 3T, 1976;Sonos. Strumenti della musica popolare sarda, a cura di G.N. Spanu, Nuoro, ISRE-Ilisso, 1994 (con CD allegato).

Read everything Read everything Gli strumenti musicali della tradizione (e la relativa musica) sono ancora oggi piuttosto presenti nella quotidianità di molte comunità sarde. Fino ad un recente passato non esisteva momento del ciclo dell'anno e del ciclo della vita che non fosse scandito dall'uso di uno strumento musicale.Nonostante le trasformazioni socio-economiche che l'isola ha attraversato negli ultimi cinquant'anni, in molti paesi è frequente trovarsi in situazioni, celebrazioni religiose, feste o sagre paesane, matrimoni, incontri tra amici, eccetera, nelle quale si ascoltano e si vivono le sonorità create dagli strumenti tradizionali.Conoscere gli strumenti studiando le tecniche costruttive, i materiali utilizzati, le occasioni d'uso, i repertori, i suonatori, la vitalità e la diffusione geografica, la terminologia locale e via dicendo, permette di esaminare a fondo il "fare musica" di una comunità e nel contempo di analizzare l'evoluzione del suo sistema economico-sociale e quindi di percepire le trasformazioni sullo sfondo dei cambiamenti culturali e dei modi di vivere.Ogni paese sardo possiede alcuni strumenti musicali (e relativi repertori e occasioni d'uso) che considera suoi propri, per quanto possano risultare simili a quelli di paesi vicini. Anche nel caso in cui si abbiano delle corrispondenze organologiche, vi saranno sempre delle peculiarità locali, relative, se non altro, alle definizioni linguistiche o ai termini tecnici associati all'uso. Ad esempio la raganella, insieme con "sa matracca", e "sas taulittas", è molto usata nella Settimana Santa: a seconda dei paesi viene chiamata "arranedda, 'urriaiola, furriadolza, furriolu, rana, reula, riu-rau, strocci arrana, tirriolu, tzaccarredda, tzirriaiolu", eccetera. Lo stesso per lo scacciapensieri "strumento ancora molto diffuso in tutta la Sardegna" i cui nomi variano da "trunfa, trumba, chitarredda a bucca, sona sona, tzampurra, biurdana, ribelvia", e così via.Molti strumenti sono scomparsi nei contesti della musica tradizionale ma vengono usati in spettacoli folcloristici oppure hanno trovato nuovo spazio in altri generi musicali (come ad esempio il jazz, la world music).Ascoltare musiche strumentali è del tutto normale durante le feste patronali, le feste campestri e i Carnevale di numerosi centri della Sardegna. Occasioni privilegiate sono le grandi sagre regionali che prevedono il raduno di gruppi folk, quali la sagra di Sant'Efisio a Cagliari (1 maggio), La Cavalcata Sarda di Sassari (penultima domenica di maggio), la sagra del Redentore di Nuoro (penultima domenica di agosto), la sagra degli Agrumi di Muravera (metà aprile).Importanti raccolte di strumenti musicali sardi sono a Nuoro, presso il Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde e a Tadasuni, presso il museo privato "don Giovanni Dore". Alcuni strumenti isolani sono altresì conservati presso la Discoteca di Stato di Roma. Consulta la scheda del Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde di NuoroConsulta la scheda del Museo Don Giovanni Dore di TadasuniVisita il sito della Discoteca di Stato di RomaBibliografiaG. Dore, Gli strumenti della musica popolare della Sardegna, Cagliari, 3T, 1976;Sonos. Strumenti della musica popolare sarda, a cura di G.N. Spanu, Nuoro, ISRE-Ilisso, 1994 (con CD allegato).

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