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Il Romanico maturo

Il Romanico maturo

Il Romanico maturo

Dopo la metà del XII secolo, superato il periodo sperimentale degli inizi, l'architettura romanica sarda entra nella sua fase matura, segnata dallo stretto legame con Pisa. Quest'ultimo sembra farsi esclusivo, anche in ragione della sempre maggiore ingerenza dei mercanti pisani negli affari politici dei giudicati e nell'economia dell'isola.

È un rapporto caratterizzato da un equilibrio precario, che comunque non ostacola l'attività di maestranze provenienti dalla città toscana ma portatrici di esperienze maturate non solo a Pisa, ma talvolta anche a Lucca o a Pistoia. Si innalzano chiese impressionanti quanto alla grandiosità della scala edilizia, e talvolta spettacolari per le soluzioni tecniche e costruttive adottate, anche se non così interessanti come quelli del Romanico iniziale.

San Nicola di Ottana, consacrata nel 1160, è un monumento di transizione, nel quale ai modi tipici del Romanico iniziale subentrano quelli tipici del Romanico maturo. Le facciate si fanno più decorate e divise in ordini in senso orizzontale, mediante un apparato di false logge destinato ad arricchirsi, come prova la cattedrale di San Pietro di Sorres.

A partire dal 1160 si diffonde l'opera bicroma, cioè quella particolare tecnica muraria che consiste nella regolare alternanza di filari di pietre calcaree chiare a filari di pietre vulcaniche scure e che contraddistingue le abbazie della Santissima Trinità di Saccargia e di Santa Maria di Tergu, come pure la chiesa di San Pietro del Crocefisso a Bulzi. Qui era conservata la Deposizione, gruppo di cinque statue lignee policrome del XIII secolo, oggi nella parrocchiale. Si tratta di rara sopravvivenza di un elemento di arredo liturgico che doveva essere più diffuso nelle chiese romaniche dell'isola, al pari dei cicli di dipinti murali, essenziali al messaggio cristiano.

Nonostante le intuibili perdite, si conservano affreschi importanti e significativi nelle chiese della Santissima Trinità di Saccargia (XII secolo), San Pietro di Galtellì e San Nicola di Trullas (XIII secolo), opera di maestranze di provenienza tosco-laziale.

Update

11/5/2023 - 16:44

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