Informazioni
Indirizzo: SP 6 - 09072 Cabras - località Tharros, San Giovanni di Sinis
Tel. +39 0783 370019
Ente gestore: Società Cooperativa Penisola del Sinis
Orari:
Novembre-Marzo
MA-DO 09:00-17:00
Aprile-Maggio
LU-DO 09:00-18:00
Giugno-Luglio
LU-DO 09:00-19:00
Agosto
LU-DO 09:00-20:00
Settembre
LU-DO 09:00-19:00
Ottobre
LU-DO 09:00-18:00
Aperto nei giorni festivi eccetto il 25 Dicembre e il 1 Gennaio.
Biglietto:
Intero - euro 6,50 - adulti dai 18 ai 64 anni
Cumulativo intero - euro 12,00 - adulti dai 18 ai 64 anni, visita Tharros, Museo Civico Giovanni Marongiu e Torre di San Giovanni
Cumulativo intero - euro 10,00 - adulti dai 18 ai 64 anni, visita Tharros e Museo Civico Giovanni Marongiu
Cumulativo intero - euro 8,50 - adulti dai 18 ai 64 anni, visita Tharros e Torre di San Giovanni
Ridotto - euro 5,00 - studenti sino ai 26 anni muniti di tesserino o libretto universitario valido, adulti oltre i 65 anni, gruppi di almeno 20 persone
Cumulativo ridotto - euro 9,00 - studenti sino ai 26 anni muniti di tesserino o libretto universitario valido, adulti oltre i 65 anni, gruppi di almeno 20 persone, visita Tharros, Museo Civico Giovanni Marongiu e Torre di San Giovanni
Cumulativo ridotto - euro 7,50 - studenti sino ai 26 anni muniti di tesserino o libretto universitario valido, adulti oltre i 65 anni, gruppi di almeno 20 persone, visita Tharros e Museo Civico Giovanni Marongiu
Cumulativo ridotto - euro 6,50 - studenti sino ai 26 anni muniti di tesserino o libretto universitario valido, adulti oltre i 65 anni, gruppi di almeno 20 persone, visita Tharros e Torre di San Giovanni
Ridotto - euro 3,50 - minori fino ai 17 anni, scolaresche
Cumulativo ridotto - euro 6,00 - minori fino ai 17 anni, scolaresche, visita Tharros, Museo Civico Giovanni Marongiu e Torre di San Giovanni
Cumulativo ridotto - euro 5,00 - minori fino ai 17 anni, scolaresche, visita Tharros e Museo Civico Giovanni Marongiu
Cumulativo ridotto - euro 4,50 - minori fino ai 17 anni, scolaresche, visita Tharros e Torre di San Giovanni
Gratuito - minori fino ai 5 anni, disabili e accompagnatore, guide turistiche , membri dell'ICOM, professori, ricercatori e studenti universitari di materie inerenti l'archeologia e i beni culturali, giornalisti, archeologi.
E-mail: info@tharros.sardegna.it
Sito web: https://www.tharros.sardegna.it - www.penisoladelsinis.it
Facebook: https://it-it.facebook.com/tharrosareaarcheologica
Twitter: https://twitter.com/Tharros
Il contesto ambientale
L'antico insediamento di Tharros sorge all'estremità S della penisola del Sinis. Si dispiega nel golfo di Oristano su una sorta di anfiteatro naturale delimitato a N dalla collina di Su Muru Mannu, a O da quella della torre di San Giovanni e a S dall'istmo che collega quest'ultima al promontorio di Capo San Marco.
Descrizione
La visita ai resti romani di Tharros può iniziare dalla canalizzazione in "opus mixtum", parte del sistema di alimentazione idrica cittadina, alle spalle della chiesa di San Giovanni. Si prende poi la strada romana, con tipico basolato di basalto, affiancata da resti di edifici.
Percorsa la strada si svolta a s. per il "cardo maximus". A N, sulla collina di Su Muru Mannu, è presente un tempio, forse dedicato a Demetra. Fondato in età punica, fu trasformato in età romana in una struttura a pianta tripartita con vani secondari.
Si giunge all'"anfiteatro", una struttura circolare tardoromana circondata da una cavea (m 32 x 30), e al tofet con i resti affioranti del villaggio nuragico. Si raggiungono poi le fortificazioni N che mostrano una fase punica ed una fase romana repubblicana.
Si percorre a ritroso il "cardo maximus" giungendo al "castellum aquae", principale serbatoio idrico cittadino. Questo è rettangolare (m 13,8 x 11,5) ed è costruito in "opus mixtum"; l'interno, ripartito in tre navate da 8 pilastri di cui 4 centrali, ha il pavimento in cocciopesto.
Avanzando per la strada verso il mare, si nota a d. un quartiere abitativo; a s. si vede un edificio in opera mista che per la ricchezza degli intonaci, la presenza di un pozzo, l'impostazione planimetrica, è riconoscibile come complesso termale: è costituito da un ambiente rettangolare su cui si aprono due vani che immettono in ambienti absidati.
Dietro le terme, proseguendo e svoltando a s. dopo il "tempio delle gole egizie", si vede un altro edificio termale del II sec. d.C.; restano lo spogliatoio, il "tepidarium", il "calidarium", e due vani su cui era impostata una cisterna. A N si incontra l'"ecclesia sancti Marci", centro di un'area con varie testimonianze edilizie di epoca tardoantica.
Ripercorrendo a ritroso la strada lastricata verso S, si ammirano i resti del "tempio monumentale", dotato di un poderoso muro di recinzione in opera isodoma nei lati N/O e N/E, e scavato nell'arenaria sugli altri lati (m 34 x 16). La prima fase del santuario data al IV/III sec. a.C. Una rampa a gradini conduceva all'altare rettangolare; l'alzato era decorato con semicolonne doriche. Accanto all'edificio, sul lato S, si apriva una cisterna rituale.
Ancora più a S si giunge al "tempio a pianta semitica", con uno dei quattro lati tagliato nel banco roccioso; presenta un mosaico policromo pavimentale del II sec. d.C.
Si giunge poi alla "zona delle due colonne", una delle quali sovrastata da un capitello corinzio-italico. L'area è densa di resti di difficile identificazione, tranne un tempietto distilo, tardorepubblicano, con due pilastri nella fronte e rampa d'accesso di cinque gradini.
A S, il tormentato tratto di costa è quanto resta dell'area portuale. Nella stessa direzione, le "terme del convento vecchio" rappresentano il più ricco complesso termale della città, databile alla fine del II sec. d.C. È costruito in "opus mixtum" e laterizio e si dispone su tre livelli: dall'"apodyterium" con bancone in muratura e alloggiamenti triangolari, si passa al "frigidarium" con due vasche originariamente mosaicate; quindi ai tre "calidaria" che evidenziano le "suspensurae" in bessali su cui poggiava il pavimento.
Verso N si raggiunge il foro, piazza triangolare lastricata in basalto, con adiacenti zone abitative. Le case avevano un vano d'accesso su cui si affacciavano le stanze. Talvolta vi era un piano superiore. Le botteghe occupavano un unico ambiente.
A S/O si notano strutture in forma di basamento quadrilatero (h residua m 3,50). Una necropoli di età romana imperiale si localizza a N del tofet oltre le fortificazioni romane.
Servizi
Bookshop, visite guidate.
Sono presenti servizi igienici a norma per le persone con disabilità, ma mancano rampe e percorsi facilitati per l'accesso al sito.
Consulta le pagine
Area archeologica di Tharros
Storia degli scavi
Le indagini del sito presero avvio nel 1838 ad opera del marchese Scotti e del gesuita Perotti. Nel 1842 uno scavo voluto dal re di Sardegna Carlo Alberto arricchì di monete d'oro, gioielli e scarabei le collezioni reali di Torino. Grazie al re si ottenne il divieto di scavi clandestini finalizzati all'illecito arricchimento. Nel 1851 Lord Vernon, un inglese che compiva il "Gran Tour" d'Italia, scavò 14 tombe a camera ipogea e, tra l'altro, trovò molti gioielli, che portò con sé in Inghilterra. Le scoperte destarono l'interesse degli abitanti della vicina Cabras che violarono circa 500 tombe. Nel 1860 l'allora direttore del museo di Cagliari, Gaetano Cara, scoprì alcune tombe puniche contenenti ricchi corredi, che sottrasse e offrì ai principali musei di Europa vendendoli infine al British Museum di Londra. Dal 1956 al 1964 Gennaro Pesce portò alla luce parte dell'abitato a E della torre di San Giovanni e, verso N, l'area del tofet. Ferruccio Barreca, nel 1958, individuò il tempietto sull'estremità del Capo San Marco e, dal 1969 al 1973, continuò gli scavi dell'abitato, delle fortificazioni e del tofet. Quest'ultima area fu indagata in collaborazione con Enrico Acquaro.
Bibliografia
G. Pesce, "Tharros", in Enciclopedia dell'arte antica, classica e orientale, VI, Roma, 1966, pp. 800-806;
E. Acquaro - C. Finzi, Tharros. Sassari, C. Delfino, 1986 (Sardegna archeologica. Guide e itinerari; 5);
R.D. Barnett-C. Mendleson, Tharros. A Catalogue of Material in the British Museum from Phoenician and Other Tombs at Tharros, Sardinia, London, British Museum, 1987;
M. Falchi, "Analisi della configurazione urbana di Tharros", in Tharros, a cura di P. Desogus, Nuoro, 1991, pp. 23-37;
R. Zucca, Tharros, Oristano, G. Corrias, 1993;
C. Del Vais, La terza vita di Tharros la città depredata, "Darwin. Quaderni", n. 1 (luglio-agosto 2006), pp. 76-85.
Come arrivare
Dalla frazione di San Giovanni di Sinis proseguire verso S per 1 km ca. sulla SP 6.
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Autor : Floris Laura
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