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Età postunitaria

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L'Italia delle Nazioni

È nel clima conservatore della fine dell'Ottocento e dei primi del Novecento che ha inizio in Sardegna il cammino dell'arte moderna. Nel giro di vent'anni l'arte sarda comincia ad acquisire una sua specifica fisionomia e a rendere riconoscibili i singoli artisti i quali, persuasi della specifica identità del popolo sardo, prendono coscienza del valore culturale della propria opera.

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La città postunitaria
All'indomani dell'Unità d'Italia la conformazione urbana della Sardegna rivelava la sua struttura estremamente fragile per una serie di aspetti e problematiche. La gran parte della popolazione (80,5%) risiedeva nei picco...
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Una nuova immagine della Sardegna
È negli anni a cavallo tra '800 e '900 che si fa strada nel ceto intellettuale l'idea del valore dell'arte come strumento per la formazione dell'identità. In sintonia con il movimento culturale teso al riscatto della Sar...
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Ciusa, Biasi e Figari
Sono tre gli episodi che la letteratura artistica ha indicato, in momenti diversi, come punto di inizio della storia dell'arte del Novecento in Sardegna. Il primo è l'Esposizione tenutasi a Sassari nel 1896, cui partecip...
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Le opere pubbliche del regime
Il fascismo eredita alcuni dei problemi irrisolti della città "borghese": la contrapposizione crescente fra centro e periferia e l'attenzione prevalente per la singola architettura con scarso interesse per il contesto; d...
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I viaggiatori del Novecento

Nell'aprile del 1899, alla presenza di Umberto I e di Margherita di Savoia, viene posta a Cagliari la prima pietra del palazzo municipale, mentre a Sassari viene completato il monumento al re d'Italia. Sono immagini simbolo di due città che, da qualche anno, operano per abbandonare col vecchio secolo tutta una serie di ritardi che le distanziavano dalle altre capitali del Regno.Solo vent'anni prima, l'inaugurazione a Macomer della linea ferroviaria Cagliari-Sassari era stata festeggiata per più giorni con una solennità tale da richiedere, accanto al deputato sardo Cocco Ortu, la presenza del ministro dei lavori pubblici Alfredo Baccarini. Da una parte quindi il XX secolo si apre sotto il fenomeno dell'inurbamento e dello sviluppo delle maggiori città, segnale evidente di una certa crescita, da un'altra però proprio questo dato sembra rendere più marcato il divario, in termini di popolazione, ricchezza e sviluppo, fra le stesse e il resto di un'isola, che nel complesso, per tutta la prima metà del secolo, patisce ancora quei disagi che in quasi tutto il resto del continente appartengono ai secoli passati.La Sardegna si ritrova così nel nuovo secolo con i problemi di sempre, legati all'arretratezza delle campagne e del mondo pastorale, all'inadeguatezza della viabilità, alla criminalità, all'emigrazione verso il lavoro e il benessere che localmente mancano. Non per questo l'isola smette di essere oggetto dell'attenzione dei viaggiatori, degli osservatori, degli studiosi, i cui racconti però non saranno soltanto scritti esotizzanti per solleticare emozioni forti nei ricchi salotti europei, ma lavori e studi approfonditi, che lasceranno un segno profondo nelle istituzioni come nella coscienza collettiva.Non più quindi sullo sfondo delle loro pagine le Chiudende, l'abolizione del feudalesimo o la Perfetta Fusione, ma la Grande Guerra, la nascita dei partiti e la loro morte durante il fascismo, l'Autonomia regionale: cambiamenti profondi che troppo spesso hanno lasciato immutati i problemi di sempre.

Read everything Read everything Nell'aprile del 1899, alla presenza di Umberto I e di Margherita di Savoia, viene posta a Cagliari la prima pietra del palazzo municipale, mentre a Sassari viene completato il monumento al re d'Italia. Sono immagini simbolo di due città che, da qualche anno, operano per abbandonare col vecchio secolo tutta una serie di ritardi che le distanziavano dalle altre capitali del Regno.Solo vent'anni prima, l'inaugurazione a Macomer della linea ferroviaria Cagliari-Sassari era stata festeggiata per più giorni con una solennità tale da richiedere, accanto al deputato sardo Cocco Ortu, la presenza del ministro dei lavori pubblici Alfredo Baccarini. Da una parte quindi il XX secolo si apre sotto il fenomeno dell'inurbamento e dello sviluppo delle maggiori città, segnale evidente di una certa crescita, da un'altra però proprio questo dato sembra rendere più marcato il divario, in termini di popolazione, ricchezza e sviluppo, fra le stesse e il resto di un'isola, che nel complesso, per tutta la prima metà del secolo, patisce ancora quei disagi che in quasi tutto il resto del continente appartengono ai secoli passati.La Sardegna si ritrova così nel nuovo secolo con i problemi di sempre, legati all'arretratezza delle campagne e del mondo pastorale, all'inadeguatezza della viabilità, alla criminalità, all'emigrazione verso il lavoro e il benessere che localmente mancano. Non per questo l'isola smette di essere oggetto dell'attenzione dei viaggiatori, degli osservatori, degli studiosi, i cui racconti però non saranno soltanto scritti esotizzanti per solleticare emozioni forti nei ricchi salotti europei, ma lavori e studi approfonditi, che lasceranno un segno profondo nelle istituzioni come nella coscienza collettiva.Non più quindi sullo sfondo delle loro pagine le Chiudende, l'abolizione del feudalesimo o la Perfetta Fusione, ma la Grande Guerra, la nascita dei partiti e la loro morte durante il fascismo, l'Autonomia regionale: cambiamenti profondi che troppo spesso hanno lasciato immutati i problemi di sempre.

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