Antonio Mura Ena arriva tardi alla poesia in lingua sarda, ma lascia tracce considerate indelebili. Nasce a Bono nel 1908 ma passa buona parte dell'infanzia a Lula, ospite dello zio Giovanni Antonio Mura, religioso e scrittore di un certo rilievo della letteratura sarda del Novecento, vicino a Predu Casu. Comunista militante, da giovane abbraccia la vita militare che poi lascia per dedicarsi all'insegnamento. Si trasferisce a Roma dove ottiene la laurea in Pedagogia. Frequenta ambienti culturali di elevato livello. Negli anni quaranta è in contatto con Leone Ginzburg. Muore a Roma nel 1994.
Secondo Nicola Tanda, con la raccolta di versi "Recuida", Mura Ena "ci ha consegnato un autentico capolavoro". La raccolta è stata pubblicata, a cura dello stesso Tanda, postuma nel 1997. Contiene quattro sillogi: "Appentos e ammentos", "Recuida", "Cunsideros", "Tejos contados", frutto di un lavoro di rielaborazione nell'arco di trent'anni, che si rivela per la prima volta nel 1988 al premio Romangia di Sassari.
L'autore rappresenta bene la tendenza della poesia in limba del Novecento ad aprirsi alle correnti più significative della letteratura europea contemporanea. Nelle sue rime si colgono rimandi ad autori colti come Garcia Lorca, Machado, Eliot, Dickinson. "Recuida significa ritorno – ha scritto Tanda, – riappropriazione della identità e rivelazione di verità non illusorie che possano accompagnarci al grande giorno".
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