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Sardinia region

tomba a camera

ambito paleocristiano

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Title

tomba a camera

Description

Tomba a camera sita all’interno del Cimitero monumentale di Bonaria, sul lato occidentale della collina. Il cubicolo è conosciuto con il nome di “Cubicolo di Munatio Ireneo”, dal nome del defunto cui è dedicato. L’ipogeo, scavato interamente nel banco roccioso naturale della collina, si conserva nella sua originaria articolazione planimetrica. L’ipogeo è stato oggetto d’interventi di restauro, come ci testimonia la copertura e la parte superiore occidentale della tomba, completamente rifatti in mattoni. A pianta triangolare, vi si accede attraverso una serie di scalini ad angolo presso il cui lato sud si trovava un breve cunicolo con tomba ora obliterato. La parete ovest comprende due arcosoli bisomi, completamente rifatti così come lo stesso pilastro che li separa, a coronamento dei sarcofagi, originali, scavati nel banco roccioso calcareo. L’individuazione, presso il fronte esterno del sarcofago nord, di bessali affioranti tagliati di lungo, ne ipotizza una realizzazione o rifinitura in mattoni. Alla sua base si trova una forma ricavata all’interno del pavimento. La parete est presenta anch’essa una sepoltura ad arcosolio bisoma, con volta a sesto ribassato e sarcofagi scavati all’interno della roccia. Il lato esterno del sarcofago presenta la stessa tecnica costruttiva dei precedenti, con bessali tagliati di lungo. Alla base si trovano due formae, scavate nel piano roccioso, di cui quella esterna leggermente arretrata rispetto a quella interna. La parete di fondo, fulcro del cubicolo, ha al centro un arcosolio con volta ribassata, anch’esso con due sarcofagi, di cui quello più interno con una profondità quasi doppia rispetto al primo: per questo motivo si ipotizza un uso per due defunti. Al centro della lunetta rimane, in negativo, l’impronta della lastra marmorea, presente in origine e attualmente conservata al Museo Archeologico di Cagliari, con l’efitaffio opistografo dedicato al defunto dalla moglie e dal figlio: “Bonae <me>moriae homi/ni bono Ireneo, rari / exempli, qui vixit annis / XLVI, m(ensibus) VIII, d(iebus) XVIII, h(oris) V, Per/petua marito incompa/rabili et Ireneus pa/tri contra votum fe/cerunt”. L’altro lato dell’epitaffio conserva una dedica simile, scorretta sia grammaticalmente sia ortograficamente, che si ritiene motivo della sua nuova re-iscrizione. Gli affreschi, che al tempo della scoperta ancora impreziosivano l’arcosolio, la lunetta e l’intera parete, si conoscono grazie ai disegni di Vincenzo Crespi effettuati nel 1888. Le tematiche sono quelle consuete della simbologia cristiana: nella volta sono rappresentati uccelli e pavoni, simboli quest’ultimi di immortalità e beneauguranti per il defunto; ai lati sono riprodotte due scene della vita di Gesù identificate, probabilmente, come il miracolo del paralitico e la resurrezione di Lazzaro. L’analisi autoptica ha verificato la scomparsa pressoché totale dell’affresco: rimane la cornice a banda rossa a coronamento dell’iscrizione, due volatili e due coppie di piedi nella lunetta e la cornice rossa a coronamento dell’intera parete. Stato di conservazione: mediocre

Physical description

unità di misura: m; altezza: 2.99; larghezza: 3.47; MISN=5.41

Rights holder

proprietà Ente pubblico territoriale

Rights

Provvedimento di tutela: dm (l. 1089/1939); estremi: 2011/02/25

ID

2000231035

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