Description
Struttura muraria ubicata in viale Trento 14-16, nei pressi della chiesa dell’Annunziata, nella zona centro-occidentale della Karales antica. Venuta alla luce durante lavori per la realizzazione di una nuova costruzione, consta di un ambiente a pianta rettangolare allungata, realizzato nella sua parete sud in opera a telaio, che costituisce una seconda fase d’uso di una più vasta area a valenza cultuale in uso dall’età repubblicana fino alla prima età imperiale. A valle delle strutture di un tempio a matrice punico-ellenistica di III sec. a.C. s’impianta infatti una struttura muraria ad andamento rettilineo, parallela al muro di fondo dell’edificio, che, unitamente ad un setto murario disposto perpendicolare presso il lato est, forma uno spazio rettangolare lungo e di larghezza ridotta. Il muro sud è realizzato in opus africanum, con ortostati litici di grandi dimensioni delimitanti specchiature costituite da conci sbozzati di medie dimensioni e litoidi di medie e piccole dimensioni allettati con malta di terra; tale struttura si appoggia, nel suo angolo sud-est, ad un setto murario realizzato con blocchi calcarei squadrati, messi in opera di testa, poggiante a sua volta all’originaria muratura in opera quadrata dell’edificio cultuale di III sec. a.C. che diviene così il muro perimetrale nord dello spazio tra di essi compreso. Nell’effettuare tale operazione le indagini di scavo hanno messo in evidenza una risistemazione dell’area, con operazioni di riempimento e creazione di battuti di calce precedute dalla sistemazione di uno strato di scorie ferrose distribuite su graticci lignei, come testimonierebbe il rinvenimento di numerosi chiodini rinvenuti a distanze regolari. Lo scavo all’interno di questo spazio, verosimilmente aperto e/o dotato di una copertura, ha portato alla luce numerose fosse votive, con all’interno offerte di varia natura (cibo, tessere di mosaico, scorie ferrose) talvolta accompagnate da evidenti resti di bruciato a valenza rituale. Sparsi all’interno dei piani d’uso e del riempimento campeggia una nutrita serie di ex-voto fittili anatomici che rimanderebbero ad una funzione bene augurante legata al viaggio, espressione, tra l’altro, di un sentimento popolare prettamente italico forse legato all’arrivo di gentes dalla penisola all’indomani della conquista dell’Isola da parte di Roma. A questa sistemazione si accompagna la stesura di un battuto di calce sulle creste murarie dell’edificio precedente, rilevato anche a seguito dell’analisi autoptica, forse in relazione ad una modifica del percorso rituale e/o a variazioni d’uso e la presenza di lacerti di cocciopesto. In seguito, dopo un periodo di abbandono successivo, forse, ad una distruzione intenzionale dell’area sacra, si assiste ad una risistemazione dell’area con riutilizzo di materiale di spoglio all’interno di una sorta di abside e l’ubicazione di una sepoltura altomedievale. E’ possibile, stando ai rinvenimenti di cultura materiale, che il culto in età romano-repubblicana fosse destinato a divinità prettamente italiche quali Libero e Genius villae, in una continuità di culto con il santuario precedente la cui divinità verrebbe assimilata, sulla base di caratteristiche analoghe, alle nuove. Stato di conservazione: cattivo
Physical description
unità di misura: m; altezza: 1.10; larghezza: 3.10; MISN=13.62
Rights
Provvedimento di tutela: dm (l. 1089/1939, artt. 1, 3); estremi: 1999/04/22
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