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Teti, Santuario nuragico di Abini

Teti, Santuario nuragico di Abini

Teti, Santuario nuragico di Abini


Informazioni
Indirizzo: 08030 Teti - località Abini
Tel. +39 0784 68120
Cell. +39 328 8789521
Ente gestore: Comune di Teti - TACS Visit & Tours s.n.c.
Orari:
MA 09:00-13:00 e 15:00-19:00
ME-DO 10:00-13:00 e 15:00-19:00
Per prenotare le visite al santuario di Abini è necessario far riferimento al Museo Archeologico Comprensoriale di Teti o prenotare qui.
Biglietto:
Cumulativo intero - euro 15,00 - per visita guidata al santuario di Abini e al Museo Archeologico Comprensoriale di Teti
Cumulativo ridotto - euro 10,00 - per visita guidata al santuario di Abini e al Museo Archeologico Comprensoriale di Teti
E-mail: info@tacsvt.it
Sito web: https://tacsvt.it/prenota...
Facebook: www.facebook.com/museoteti

Il contesto ambientale
Il villaggio è localizzato in un'area ricca di lentischi e olivastri, lungo il corso del fiume Taloro, nella regione del Mandrolisai, al centro dell'isola.

Descrizione
Il villaggio-santuario di Abini è uno dei più famosi e importanti della Sardegna nuragica.
È costituito da numerose capanne e da un pozzo sacro protetto da un recinto. Le capanne sono prevalentemente a pianta circolare. La copertura dei vani era costituita da pali e frasche; è possibile, tuttavia, che negli ambienti di minori dimensioni il soffitto fosse ottenuto con lastrine litiche aggettanti.
Alcune capanne presentano degli elementi distintivi, come il bancone sedile lungo il perimetro murario interno e il bacile in posizione centrale; altre hanno restituito scorie di rame dimostrando di essere luoghi di fusione del metallo.
Nel pozzo, privo del vestibolo e della scala d'accesso, la bocca circolare si apre - così come accade nei comuni pozzi situati all'interno e nelle vicinanze dei nuraghe - a livello del piano di calpestio. Il pozzo è collegato con un cortile di pianta ellittica, diviso in due settori da un tramezzo rettilineo eccentrico con larga apertura mediana. L'accesso al pozzo avveniva dal settore di minori dimensioni che non mostra caratteristiche architettoniche particolari, mentre quello maggiore è dotato di un bancone-sedile.
Il settore minore comunica a sua volta con un grande recinto avente forma di tre quarti di ellisse, provvisto anch'esso di bancone-sedile.
L'insieme della costruzione con i suoi due cortili si estende per una superficie di m 41 x 23 circa. L'assenza nel pozzo di vani tradizionali dell'architettura templare nuragica, come l'atrio e la scala, e la presenza invece di altri ambienti dotati di bancone-sedile, fanno ritenere che ad Abini la funzione sacra (o almeno pubblica) non spettasse tanto al pozzo quanto agli ambienti in cui esso era incluso.
In prossimità del grande recinto si osservano, nascosti nella terra di risulta o inseriti nei moderni muri a secco, numerosi conci squadrati in vulcanite lavorata a martellina. Alcuni di essi mostrano delle incisioni e dei dentelli di incastro, simili a quelli rinvenuti in altri pozzi sardi con struttura isodoma.
La grande quantità di oggetti in bronzo restituiti dagli scavi attestano le abilità metallurgiche acquisite dalle popolazioni locali ed il ruolo particolarmente importante del villaggio-santuario, che richiamava le popolazioni di un vasto territorio.
Il materiale bronzeo comprendeva oggetti d'uso e di culto: spade votive, pugnali, braccialetti, anelli, e, soprattutto, le famose statuine. Queste ritraggono offerenti, oranti, arcieri saettanti e guerrieri con stocco e scudo, colti in preghiera e dotati di elmi sormontati da lunghe corna e da un'appendice appiattita ricurva in avanti. Le figure più famose rimangono comunque quelle degli esseri demoniaci, dove il moltiplicarsi degli occhi, delle braccia e degli scudi esprimono una concezione mitico-religiosa che rimanda a figurine iperantropiche orientali.

Servizi
Visite guidate.

Consulta le pagine
Villaggio di S'Urbale
Museo Archeologico Comprensoriale

Storia degli scavi
Il sito fu scavato per la prima volta nel 1865. I ritrovamenti ottocenteschi incrementarono notevolmente le collezioni del museo archeologico di Cagliari. Successivi scavi furono condotti da Antonio Taramelli (1931) e da Maria Ausilia Fadda ( a partire dal 1981).

Bibliografia
E. Pais, "Il ripostiglio di bronzi di Abini presso Teti", in Bullettino archeologico sardo, I, 5-6, 1884, pp. 67-96;
A. Taramelli, "Teti. Esplorazione del Santuario nuragico di Abini", in Notizie degli Scavi, 1931, pp. 45-77;
E. Contu, "L'architettura nuragica", in Ichnussa. La Sardegna dalle origini all'età classica, Milano, Scheiwiller, 1981, p. 124;
M.A. Fadda, "Villaggio nuragico di Abini", in Settimana dei beni culturali: 10 anni di attività nel territorio della Provincia di Nuoro, Nuoro, Ministero per i beni culturali e ambientali, Soprintendenza archeologica per le provincie di Sassari e Nuoro, Ufficio operativo di Nuoro, 1985, p. 79;
G. Lilliu, La civiltà dei Sardi dal Paleolitico all'età dei nuraghi, Torino, Nuova ERI, 1988, pp. 441, 462, 467, figg. 160, 535.



Come arrivare
Da Teti si va per il lago Benzone. Dopo aver percorso circa 10 km, si svolta alla d. della deviazione e si continua per altri 2 km fino ad uno spiazzo che consente di parcheggiare la macchina. Dal cancello in legno si può accedere al villaggio nuragico.

Update

11/5/2023 - 16:56

Where is it

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