Gaxotte, Pierre
I contrasti, le violente contraddizioni, i drammi sociali e politici della rivoluzione francese e le focose personalità dei suoi protagonisti vivacemente narrati da un giornalista. La sua interpretazione della Rivoluzione francese parte dal presupposto che l'Antico regime fosse un'istituzione tutto sommato stabile, promotrice di ordine e sicurezza per "cinquanta generazioni", abbattuta dalla Rivoluzione solo per andare incontro alle ambizioni politiche di una ristretta classe borghese. Da allora la Rivoluzione sarebbe degenerata nel caos dell'anarchia, deviando verso pericolose forme di comunismo trionfanti negli anni del Terrore. La presa del potere da parte di Napoleone Bonaparte andrebbe letta come l'inevitabile sbocco di un processo storico violento, parentesi tra due epoche di stabilità (l'Antico regime e la Restaurazione post-napoleonica). Il suo La rivoluzione francese (1928) ha avuto due revisioni nel 1940 e nel 1978, mantenendo inalterate le tesi e la struttura. Di gradevole lettura e forte impatto narrativo, l'opera non ha taglio storiografico (non ci sono note di riferimento né citazioni di fonti nuove) ma le tesi critiche dell'autore sono rintracciabili nei foschi quadri introduttivi che egli realizza riguardo ai principali personaggi: Marat, Danton, soprattutto Robespierre. La rivoluzione francese / Pierre Gaxotte
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