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Regione Sardegna

Memorie del tempo di Lula

Mura Ena Antonio

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Abstract

"Così erano le scuole di Lula, come dicono questi racconti. La più grande era la prima maschile, a pianterreno nella casa comunale, chiamata semplicemente "la scuola". Mentre le altre erano, la prima delle donne, la seconda mista, la terza del gallo, la quarta dei maschi, e così via. L'aula di prima era la scuola e basta, e chi vi insegnava era il maestro e basta. Mentre gli altri erano, la maestra Leonnora, la signorina di seconda, la signora Virginia, e così via. Il nome "scuola" all'aula comunale non lo avevano dato i ragazzi ma gli adulti, che se ne servivano per le elezioni, per le assemblee del Monte Granatico e per i balli a carnevale [...] (dal primo capitolo) È sufficiente leggere alcune pagine di "Memorie del tempo di Lula" per comprendere come il narratore si collochi proprio al centro del sistema culturale sardo. Protagonisti veri del racconto sono oltre che i ragazzi delle elementari, l'atmosfera senza tempo di Lula, che diviene paradigma di tanti paesi della Sardegna negli anni precedenti e seguenti la prima guerra mondiale. L'autore rievoca l'esperienza dello scoprire il mondo e gli uomini e dell'affrontare insieme le difficoltà e la dolorosa fatica del vivere. È davvero il racconto dei riti di iniziazione di una piccola comunità educante, della difficoltà di un cambiamento della coscienza dell'esserci, del collettivo che doveva ristrutturarsi sulla base della scrittura.

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