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L'arte sarda nell'Italia unita

L'arte sarda nell'Italia unita

L'arte sarda nell'Italia unita

A partire dalla metà del XIX secolo ha inizio il lento processo di costruzione di un'arte rivolta a esprimere le peculiarità della cultura sarda all'interno dell'Italia unita.

Nello scorcio dell'Ottocento mancano nell'isola personalità artistiche di rilievo. Il mercato locale è dominato da artisti e opere di importazione. Nell'ambito della scultura, tengono il campo alcune famiglie di marmorari carraresi o d'altre parti della penisola, che impiantano bottega in Sardegna e sfornano alacremente statue, busti e monumenti perlopiù a destinazione cimiteriale, per Cagliari, Sassari e altri centri isolani. Si tratta di artisti in genere modesti, allineati con il gusto medio nazionale di timbro classicista o verista, con qualche venatura romantica.

Emerge sulle altre l'officina del vercellese Giuseppe Sartorio (Boccioleto Valsesia 1854-1922), la cui frenetica produzione copre pressoché tutto il territorio isolano. A Sartorio viene affidata tra l'altro la realizzazione di due importanti monumenti celebrativi, a Iglesias quello del parlamentare Quintino Sella, promotore dell'attività mineraria in Sardegna (1885), a Sassari quello di Vittorio Emanuele II (1892-99): episodi, entrambi, indicativi dello sforzo della cultura isolana di segnalare visivamente l'ingresso della Sardegna nella compagine nazionale italiana.

Alla specificità storica dell'isola si concede, tuttavia, il Monumento ad Eleonora d'Arborea nell'omonima piazza di Oristano, realizzato nel 1875-77 da Ulisse Cambi e Mariano Falcini. La Sardegna sarà del resto al centro (anche se all'interno di una cornice celebrativa del ruolo di casa Savoia) del programma iconografico della decorazione ad affresco delle sale consiliari dei Palazzi provinciali di Sassari e di Cagliari, affidate la prima al catanese Giuseppe Sciuti (1878-82) e la seconda al perugino Domenico Bruschi (1893-96). Fra atemporali allegorie del potere (La Sardegna che custodisce lo scudo dei Savoia, a Cagliari) ed evocazioni di momenti epici della storia locale ("Eleonora d'Arborea promulga la Carta de Logu", del Bruschi, e "L'ingresso trionfale di Giommaria Angioy a Sassari", dello Sciuti), si consuma l'ultimo capitolo significativo del tentativo ottocentesco d'integrazione dell'isola nel quadro nazionale.

Aggiornamento

11/5/2023 - 16:43

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