Carpaccio, Vittore
Vittore Carpaccio iniziò nel 1490 a dipingere le Storie di SantOrsola. La leggenda della santa brettone era delle più popolari nellarte, come dimostrano le molte versioni date fino a quel tempo. Tra le varie edizioni delle Vite dei Santi di Jacopo da Voragine, il più diffuso agiografo dellepoca, certo venne tra le mani del pittore la magnifica copia jensoniana del 1475, tradotta in italiano da Nicolò Malerbi. Il Carpaccio segue il testo con poche varianti: è infatti lamore del giovane principe per Orsola che dà luogo alle scene più ricche e variate della leggenda, come i ricevimenti degli ambasciatori e la partenza delle navi cristiane; e il principe stesso segue lamata nel pellegrinaggio e nel martirio Per Carpaccio, locchio si affonda in uno spazio tutto misurato, di distanze certe, in cui i singoli dettagli raggiungono sempre valori di estrema vitalità e precisione. Con analogo successo si determina il sorgere di un linguaggio cromatico carpaccesco, in forme cioè del tutto indipendenti dalla tradizione veneziana, ma simili piuttosto alla sintesi colore-luce dei toscani o dei nordici. Carpaccio: la Leggenda di Sant'Orsola / [a cura] di Terisio Pignatti
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