Nel Neolitico finale (3200-2800 a.C.) si collocano le manifestazioni materiali di una delle culture più importanti della storia sarda, la cultura di Ozieri o di San Michele, nomi tratti dalla grotta di San Michele ubicata presso l'attuale abitato di Ozieri. È la prima cultura le cui testimonianze archeologiche parlano esplicitamente di una presenza sull'intera superficie dell'isola.
Nel Neolitico finale (3200-2800 a.C.) si manifesta una delle culture più importanti della storia sarda, la cultura di Ozieri o di San Michele, nomi tratti dalla grotta di San Michele ubicata presso l'attuale abitato di Ozieri.
Le produzioni ceramiche si arricchiscono di decorazioni con motivi a cerchi, a spirali, a festoni, a stella e figure umane, che trovano significativi confronti extrainsulari, in particolare con l'area cicladico-cretese.
Oltre alla tradizionale lavorazione della selce e dell'ossidiana, abbiamo le prime attestazioni dell'estrazione e della lavorazione di metalli, in particolare del rame, come testimoniano lame di pugnali e monili rinvenuti nei corredi funerari.
Anche le tombe si diversificano: domus de janas, tombe a circolo, allées couvertes, a cui spesso si accompagnano dolmen e menhir. Alcune tombe vennero realizzate imitando la forma delle strutture abitative, in particolare capanne rettangolari con copertura a doppio spiovente sorretta da una solida trabeazione lignea.
La rappresentazione della "dea madre" passa dalle forme naturalistiche steatopigie, tipiche dello stile Bonu Ighinu, ad uno schema fortemente stilizzato, denominato "a croce".
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Autore : Basile, L.
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