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Torso di bambola in origine con arti mobili, che erano fissati grazie ai fori passanti tra le spalle e alle appendici dell’addome, proveniente dal quartiere artigianale. Il tipo è di ascendenza greca, mentre risulta assai raro nel mondo punico
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Vaso “à chardon”: documentati in modesta quantità solo in contesti cultuali e funerari di età fenicia (VIII-VI sec. a.C.), tali vasi evolvono con una progressiva riduzione del corpo e uno sviluppo sempre maggiore del collo a tromba
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Vari tipi di anfore utilizzate come urne cinerarie
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Frammento di bordo di bacino punico con tre fiori di loto e una Gorgone (tre sorelle della mitologia greca, di aspetto mostruoso e con serpenti al posto dei capelli) stampigliati
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Tipo di anfora utilizzata come urna cineraria
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Frammento di parete di vaso, probabilmente di anfore a spalla obliqua, rinvenute in prossimità del tofet: il primo riporta elementi floreali, il secondo il motivo simbolico egiziano dell’occhio di Horo, il terzo un pesce, il quarto un profilo maschile
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Boccolare (tubo in ceramica per l’immissione dell’aria nella fornace durante la combustione) proveniente dal quartiere artigianale
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Coppetta: tra i tipi documentati possono ricordarsi la coppetta troncoconica con bordo a sezione triangolare, quella a vasca profonda e bordo espanso, la coppetta emisferica e, rappresentata da un solo esemplare, una coppa su alto piede a tromba
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Piatto
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Frammento di maschera virile proveniente dal quartiere artigianale
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Brocche con collo cilindrico: le più antiche sono più piccole e hanno corpo globulare, le più recenti sono di dimensioni maggiori e hanno corpo ovoide. La decorazione, quando presente, si limita a linee orizzontali dipinte in nero e rosso
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Anforetta da trasporto: simili per forma alle grandi anfore fenicio-puniche utilizzate per il trasporto via mare delle derrate alimentari, tali vasi in origine erano forse destinati a contenere prodotti più pregiati. Il loro uso nel tofet è dunque secondario
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Boccolare visto in sezione (tubo in ceramica per l’immissione dell’aria nella fornace durante la combustione) proveniente dal quartiere artigianale
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Lucerna a disco con becco cordiforme, di età romana imperiale la spalla è decorata con una serie di incisioni radiali mentre nel disco vi è l’immagine di un orso a rilievo
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Lucerna cristiana con spalla decorata con ramo di palma, disco con palmetta
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Frammento di parete di vaso, probabilmente di anfore a spalla obliqua, rinvenute in prossimità del tofet: il primo riporta elementi floreali, il secondo il motivo simbolico egiziano dell’occhio di Horo, il terzo un pesce, il quarto un profilo maschile
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Boccale a parete rientrante all’ansa: poco diffusa e di cronologia tarda, la forma ha probabilmente origine africana
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Stele a trono (veduta frontale e laterale)
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Frammento di parete di fornace dal quartiere artigianale
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Frammento di bordo di bacino punico con due rosette stampigliate
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Anforetta da trasporto: simili per forma alle grandi anfore fenicio-puniche utilizzate per il trasporto via mare delle derrate alimentari, tali vasi in origine erano forse destinati a contenere prodotti più pregiati. Il loro uso nel tofet è dunque secondario
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Askos punico frammentario (il termine askos, che in greco significa “otre”, è usato convenzionalmente per indicare vasi di forma asimmetrica)
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Lucerna punica a conchiglia molto tarda in cui i bordi giungono a chiudere in parte la vasca
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Frammento di bordo di bacino punico con un fiore di loto e una palmetta stampigliati
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Piatto fenicio frammentario
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Boccale a parete rientrante all’ansa: poco diffusa e di cronologia tarda, la forma ha probabilmente origine africana
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Fornello frammentario: si tratta di un manufatto molto particolare, di incerta interpretazione, caratterizzato da un fondo leggermente concavo, un corpo tronco-conico con quattro (?) ampie aperture e da un bordo ingrossato ed estroflesso. È possibile che sul fondo trovasse posto la brace accesa e sul bordo venissero poggiati dei vasi per scaldarne il contenuto
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Frammento di parete di vaso, probabilmente di anfore a spalla obliqua, rinvenute in prossimità del tofet: il primo riporta elementi floreali, il secondo il motivo simbolico egiziano dell’occhio di Horo, il terzo un pesce, il quarto un profilo maschile
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Piatto
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Vari tipi di anfore utilizzate come urne cinerarie
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Brocca di diverso tipo utilizzata come urna
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Cippo a trono: su un alto basamento con modanatura a gola egizia poggia il trono su cui si trova un “idolo a bottiglia” (un simbolo aniconico di incerta interpretazione chiamato così per la sua somiglianza con una bottiglia moderna
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Cippo semplice su base paralellepipeda aggettante
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Lucerna punica a “conchiglia”: si tratta di un esemplare abbastanza tardo in cui è scomparso il rivestimento rosso e i bordi cominciano a chiudere la vasca
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Pentola: anche tali contenitori, nati come ceramica da fuoco per la cottura dei cibi, vengono utilizzati come urne cinerarie. Ben documentate nel tofet sono le pentole più antiche (denominate cooking pot) che hanno forma globulare, un’ansa e bordo appena rilevato inclinato verso l’interno, ma sono documentati anche esemplari più recenti
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Un braccialetto (?) costituito da vaghi in pasta vitrea e da una conchiglia
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Cippo a trono: su un alto basamento con modanatura a gola egizia poggia il trono su cui si trova un “idolo a bottiglia” (un simbolo aniconico di incerta interpretazione chiamato così per la sua somiglianza con una bottiglia moderna)
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Scarabeo in diaspro con rappresentazione di palma con dietro un toro
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Bracciale (?) costituito da vaghi metallici
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Lucerna a “tazzina” di età tardo-punica o romano-repubblicana
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Vaso “à chardon”: documentati in modesta quantità solo in contesti cultuali e funerari di età fenicia (VIII-VI sec. a.C.), tali vasi evolvono con una progressiva riduzione del corpo e uno sviluppo sempre maggiore del collo a tromba
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Stele a trono (veduta frontale e laterale)
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Brocca di diverso tipo utilizzata come urna
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Amuleto in steatite (?) provenienti dalle fortificazioni del colle di S. Giovanni): rappresenta l’udjat, l’occhio del dio egiziano Horo a testa di falco che fu ferito durante la lotta con il dio Seth e poi guarito dal dio Thot, che lo rese di nuovo “integro” (vale a dire udjat)
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Frammenti di figurina di Bes (divinità egiziana), con corto gonnellino a pieghe e braccio ripiegato al petto con mano chiusa a pugno proviene dalle fortificazioni di S. Giovanni
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Coppa fenicia frammentaria con decorazione a red slip (rivestimento rosso in ocra applicato prima della cottura) sul bordo esterno e all’interno
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Sostegno ad anello con segni ad X incisi a crudo: esso aveva la funzione di sostenere in posizione verticale i contenitori con fondo convesso o a punta che vi venivano appoggiati
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Frammento di parete di vaso, probabilmente di anfore a spalla obliqua, rinvenute in prossimità del tofet: il primo riporta elementi floreali, il secondo il motivo simbolico egiziano dell’occhio di Horo, il terzo un pesce, il quarto un profilo maschile
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Pentola: anche tali contenitori, nati come ceramica da fuoco per la cottura dei cibi, vengono utilizzati come urne cinerarie. Ben documentate nel tofet sono le pentole più antiche (denominate cooking pot) che hanno forma globulare, un’ansa e bordo appena rilevato inclinato verso l’interno, ma sono documentati anche esemplari più recenti
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Anforetta da trasporto: simili per forma alle grandi anfore fenicio-puniche utilizzate per il trasporto via mare delle derrate alimentari, tali vasi in origine erano forse destinati a contenere prodotti più pregiati. Il loro uso nel tofet è dunque secondario
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Piattino a bugia: il nome deriva dalla somiglianza con il moderno portacandele e dunque nulla ha a che vedere con l’uso antico del manufatto su cui ancora rimangono forti perplessit
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Boccolare (tubo in ceramica per l’immissione dell’aria nella fornace durante la combustione) proveniente dal quartiere artigianale
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Pentola: anche tali contenitori, nati come ceramica da fuoco per la cottura dei cibi, vengono utilizzati come urne cinerarie. Ben documentate nel tofet sono le pentole più antiche (denominate cooking pot) che hanno forma globulare, un’ansa e bordo appena rilevato inclinato verso l’interno, ma sono documentati anche esemplari più recenti
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Un braccialetto (?) costituito da vaghi in pasta vitrea e da una conchiglia
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Brocca di diverso tipo utilizzata come urna
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Brocche con collo cilindrico: le più antiche sono più piccole e hanno corpo globulare, le più recenti sono di dimensioni maggiori e hanno corpo ovoide. La decorazione, quando presente, si limita a linee orizzontali dipinte in nero e rosso
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Bracciale (?) costituito da vaghi metallici
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Coppetta: tra i tipi documentati possono ricordarsi la coppetta troncoconica con bordo a sezione triangolare, quella a vasca profonda e bordo espanso, la coppetta emisferica e, rappresentata da un solo esemplare, una coppa su alto piede a tromba
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Piccolo attingioio in ceramica
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Brocche con collo cilindrico: le più antiche sono più piccole e hanno corpo globulare, le più recenti sono di dimensioni maggiori e hanno corpo ovoide. La decorazione, quando presente, si limita a linee orizzontali dipinte in nero e rosso
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Frammento di boccolare a doppio canale (tubo in ceramica per l’immissione dell’aria nella fornace durante la combustione) proveniente dal quartiere artigianale
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Vaso “à chardon”: documentati in modesta quantità solo in contesti cultuali e funerari di età fenicia (VIII-VI sec. a.C.), tali vasi evolvono con una progressiva riduzione del corpo e uno sviluppo sempre maggiore del collo a tromba
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Torso di figura maschile, forse con abbigliamento militare, proveniente dal quartiere artigianale
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