Panella, Carlo
Sullo spegnersi della sua vita un grande e amaro meridionalista concludeva un giudizio sul Risorgimento: non è stato una rivoluzione, ma una grande rivelazione. È probabile che un'asserzione del genere si applichi a ogni moto, a ogni ribellione, a ogni impeto vittorioso o sconfitto. Ma è certo che, nell'ironia particolare data dal meridionalista, cade a taglio per quel recente passato ricordato, in modo sempre più flebile, come «il Sessantotto». Nel protagonista e autore di questo libro, per fatto di generazione («generazione», «la mia generazione»: altri modi di identificarsi cari a quegli anni, almeno per la scia di una celebre canzone) la rivelazione coincise col naturale disvelarsi del mondo proprio all'adolescenza, e poi alla prima giovinezza, e alla piena e tarda. E dunque il tema del Verbale potrebbe essere: dei modi come a una generazione il mondo si rivelò durante il Sessantotto, grazie al Sessantotto. un'autobiografia, una confessione, un «j'ai veçu» da chi visse intensissime quelle astuzie della storia, una memoria collettiva? Forse meglio, una resa alla rivelazione: nel senso in cui si dice arrendersi all'evidenza dei fatti. Il verbale / Carlo Panella
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