Calì, Davide
Con smaglianti e spiritose illustrazioni, e un dialogo serrato tra due personaggi invisibili, si sviluppa una storia che si dichiara, in copertina, senza stereotipi e pregiudizi di nessun genere, evidentemente ancora assai diffusi nella nostra società e nel mondo della cultura. Appena il misterioso lettore comincia a raccontare, utilizzando personaggi e situazioni della narrazione tradizionale, l’ascoltatore invisibile lo censura drasticamente con incalzanti obiezioni, che non consentono repliche. Non si accettano cavalieri che salvano principesse, né draghi cattivi, né armi, né alcool. L’eroe protagonista non deve essere per forza un maschio e, se femmina, non deve necessariamente vestire di rosa. Il contraddittorio continua così, con tentativi di narrazione tradizionale e sciabolate censorie della voce – anzi del testo – fuori campo. Continue domande e correzioni si susseguono, apportando modifiche e divertentissimi capovolgimenti di senso: la principessa diventa cow girl, il pony un imponente destriero, la colt pronta a sparare si trasforma in una banana, lo scenario dello scontro in un accogliente bar all’aperto. La trama originaria è stravolta, diventa controversa e spiazzante, e rischia di diventare anche un po’ noiosa. Così com’è, non sembra soddisfare l’ascoltatore, che reagisce rivelando la propria identità. E generando tanti dubbi nei lettori: può esistere una fiaba senza stereotipi? Il politically correct è anch’esso un cliché, che propone talvolta radicali eccessi e necessita quindi di continua revisione e distanza critica? Una storia senza cliché / Davide Calì, Anna Aparicio Català
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